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Rassegna stampa

Dimensione Aurea”
Teatro Filarmonico Verona

Da L’Arena, 30 Agosto 2014

MOSTRA Novità in vista dei concerti.« Sezione aurea» è il titolo della prima esposizione.
Il Filarmonico raddoppia le arti. Alla musica aggiunge la pittura.
Al Settembre dell’Accademia la Sala Fumo diventa galleria.

Articolo de L’Arena
L’articolo uscito su L’Arena del 30.08.2014

Il Settembre dell’Accademia 2014 sarà ricordato come un’edizione storica e ricca di novità.Innanzitutto per l’eccezionale concerto che i Berliner Philharmoniker, con la direzione di Gustavo Dudamel, hanno tenuto il 23 giugno, per la prima volta al Filarmonico (il teatro ora può vantare di avere ospitato tutte le orchestre più prestigiose al mondo).
E per gli altri debutti veronesi, come quelli del pianista russo Alexander Romanovsky, naturalizzato italiano, e della giovane e talentuosa Baltic Sea Youth Philharmonic, diretta dal fondatore Kristian Jarvi ( della nota dinastia di direttori svedesi).Ma quest’anno l’Accademia Filarmonica presieduta da Luigi Tuppini ha anche deciso di aprire per la prima volta la Sala Fumo, salone che si affaccia su via Roma, a una mostra di pittura, gettando così le basi per analoghe iniziative negli anni che verranno, con opere di vari artisti, non solo pittori.
Dall’8 settembre, giorno del primo concerto dopo l’anteprima dei Berliner, la mostra sarà visitabile dalle centinaia di spettatori dei concerti, prima del loro inizio alle 20,30 (il Filarmonico, proprio per questo, aprirà mezz’ora prima delle stagioni passate e cioè alle 19,30) e durante gli intervalli. Considerata la novità, l’esposizione sarà aperta a tutta la cittadinanza all’inaugurazione, fissata lo stesso giorno dalle
17,30 alle 18,30. Poi sarà necessario uscire per consentire l’ingresso del pubblico del concerto.
La Sala Fumo si trova infatti all’interno del teatro, a livello del primo ordine di palchetti.

CURATA da Anna Pasti, socia accademica ed esperta d’arte, e da Michele Magnabosco, bibliotecario dell’Accademia Filarmonica, la mostra ospiterà tele e tavole di Francesca Veneri e Andrea Sambugaro, pittori che hanno dato vita allo Studio Arte Fuori Bolla nel quartiere di San Zeno. «Sezione aurea Concerto per architetture e orchestra» è il titolo dell’esposizione.Diverse per soggetti e stili le opere dei due artisti: Veneri, come scrive il critico d’arte Gianfranco Ferlisi nella presentazione, «sperimenta la possibilità di legare l’immagine architettonica (monumenti, case, piazze … ) a una pittura fatta di una diversa e insolita materialità corposa, consapevole e ispirata». Sambugaro cerca invece di dare forma «al gesto della musica, ai tic più semplici e minuscoli di chi opera con quella musica che
giunge là dove la parola non arriva».

I CONCERTI saranno sette: l’8 settembre si esibirà la St. Petersburg Philharmonic Orchestra diretta da Yuri Temirkanov; mercoledì 10 (fuori abbonamento) Renzo Arbore con l’Orchestra italiana; lunedì 15 i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone, col celebre violinista Uto Ughi in veste di solista.
Venerdì 19 sarà la volta della Czech Philharmonic Orchestra diretta da Jiri Belohlavek e il pianista uzbeko Behzod Abduraimov; mercoledì 24 il pianista russo Alexander Romanovsky; lunedì 29 la Baltic Sea Youth Philharmonic diretta da Kristian Jiirvi con solista il pianista canadese Jan Lisiecki; infine domenica 5 ottobre la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Charles Dutoit, con il pianista lo svizzero Francesco Piemontesi.

LA BIGLIETTERIA di via Roma 3 è aperta da lunedì a sabato con orario 10-12 e 17-19. Informazioni: 045. 8009108, biglietteria@ accademiafilarmonica.191.it o www.accademiafilarmonica.org.

“Orchestra”
Libreria Caffè Antica Rampa
Badia Polesine

24 Novembre 2014
Uno scorcio della libreria Antica Rampa, con alcuni quadri dell'artista
La mostra “Orchestra” al Caffè La Rampa

Quindici musicisti tra le volte di una cantina del Cinquecento a Badia Polesine, nel Rodigino: il 22 novembre, al caffè letterario Antica Rampa, in uno storico palazzo in via Carducci, con l’accompagnamento del Foolish Heart Jazz Quartet è stata inaugurata la mostra «Orchestra» di Andrea Sambugaro, giornalista (è il responsabile delle pagine della cultura e degli spettacoli del giornale di Verona, «L’Arena») e pittore: tra gli antichi mattoni, si materializzano un grande olio dedicato alla violista Julia Kent e quattordici tavole a olio e matita raffiguranti altrettanti musicisti. Più o meno famosi, perché per Sambugaro non è il nome ciò che conta, ma il momento della performance in cui l’artefice e il suono si fondono.

«Andrea», ha spiegato la giornalista Grazia Giordani nel presentare il pittore e le sue opere, «si affida spesso all’artificio che gli antichi avrebbero chiamato menonimia o sineddoche: basta un particolare, una mano posata sulla tastiera, per farci immaginare una caduta argentina di perle. O vedere pochi tasti della bottonera di un sassofono per immaginare la voce carnale di quello strumento. Dal movimento di una mano può sprigionarsi il vibrato di uno strumento a corda. E lo sguardo si fa orecchio».

La mostra è allestita fino al 5 dicembre, ma sarà probabilmente prorogata per tutto il mese.

La libreria caffè Antica Rampa si trova all’interno di un antico edificio che conserva i resti della turrita «porta de mezo», detta anche «porta Sant’Alberto», che presidiava il settore militare con un ponte a un’unica rampa (da qui il nome) che permetteva di attraversare la fossa che cingeva la cittadella di Badia nel medioevo.

“Fuori Bolla 1”
Società Belle Arti - Verona

Da L’Arena, dicembre 2015

MOSTRA. Da domani alla Società Belle arti.
“Fuori Bolla 1”, battesimo con quattro artisti.
Tiso Mora, Veneri, Sambugaro e Speri per la prima iniziativa.

Trafiletti su l’Arena, recensione sulla mostra FuoriBolla
I trafiletti usciti su L'Arena

Quattro pittori per una 1 mostra: non una collettiva, ma un percorso comune, con i quadri disposti in alternanza.
È «Fuori Bolla 1», si terrà nello spazio espositivo della Società Belle arti di Verona nella chiesa di San Pietro in Monastero (in via Garibaldi 3) e sarà inaugurata domani alle 17,30.
Vi partecipano come ospiti Francesca Tiso Mora e Sara Speri; insieme a loro Francesca Veneri e Andrea Sambugaro, fondatori della neonata associazione culturale Fuori Bolla, fondata con l’intento di promuovere attività culturali, in particolare nel campo dell’arte figurativa, ma non solo. Il nome dell’associazione è lo studio di pittura e disegno di Veneri e Sambugaro a San Zeno.

Nei dipinti di Tiso Mora istantanee urbane, in quelli di Speri figure femminili, nelle tele di Veneri i teatri come luogo dell’anima e in quelle di Sambugaro la danza come espressione non solo della corporeità. La mostra rimarrà aperta fino al 9 dicembre con orario 10,30-13 e 16-19,30, nei giorni festivi e prefestivi dalle 10,30 alle 19,30. Ingresso libero. • c.c.

FOTONOTIZIA
Quattro pittori per “Fuori Bolla”
LA MOSTRA È stata inaugurata ieri nello spazio espositivo della Società Belle arti a San Pietro in Monastero in via Garibaldi 3 la mostra «Fuori Bolla 1». Espongono Francesca Tiso Mora, Francesca Veneri, Sara Speri e Andre Sambugaro (da sinistra nella foto Brenzoni) Veneri e Sambugaro sono i fondatori di FuoriBolla associazione nata per promuovere le attività culturali. La mostra rimarrà aperta fino al 9 dicembre con orario 10,30-13 e 16-19,30, nei giorni festivi e prefestivi dalle 10,30 alle 19,30. Ingresso libero

Ti scrivo un Whatsapp
Scripta edizioni

Da L’Arena, 6 giugno 2023

PRESENTAZIONE. IL 15 alla Società Letteraria.
Dalla malattia alla rinascita via whatsapp.
Nel libro di Andrea Sambugaro anche l’ironia è una medicina.

Articolo de L’Arena per la presentazione del libro di Andrea Sambugaro
L’articolo uscito su L'Arena

Sulla copertina del libro una sedia che «guarda» la distesa del mare: un puntino rosso davanti all’immensità. Quella sedia AndreaSambugaro, giornalista, ex vicecaporedattore dell’Arena e ora anche scrittore con «Ti scrivo un whatsapp» – pubblicato da Scripta Edizioni, 80 pagine, 10 euro, prefazione di Enrico de Angelis l’ha dipinta prima di lasciare l’ospedale di Borgo Trento a Verona, dov’era stato ricoverato per l’asportazione di un meningioma: una massa grande come un mandarino, da lui battezzata “Benigno”. Per due motivi: perché il tumore per fortuna era benigno e perché Andrea è un tipo che non si fa scoraggiare. Neanche quando “Benigno” ha deciso di ripresentarsi la seconda, la terza e poi la quarta volta.

Precipitare in un buco nero non avrebbe risolto il problema e così ha optato per l’utilizzo combinato di due «armi» più potenti: ironia e ottimismo. Finite entrambe nel suo libro, che racconta le vicende vissute dalla prima apparizione di “Benigno” in poi, ovvero due operazioni (la prima di nove ore, l’altra di quattro), intervento radiochirurgico (al «Gamma Knife Hotel», come lo chiama lui sdrammatizzando) e poi radioterapia, riabilitazione neuromotoria e cognitiva.

Cinque anni raccontati attraverso gran parte dei whatsapp inviati a familiari e amici: un reportage intenso che fa piangere, ridere, riflettere, ma soprattutto infonde speranza e desiderio di reagire e vivere intensamente ogni istante. Che si tratti di nuotare in piscina («Temevo gli oscillamenti della testa dopo giorni e giorni di immobilità. Invece alla decima vasca mi è sparita la tensione. Eravamo solo io, il mio respiro e l’acqua. Mi sentivo rinato») o di tornare in sella alla moto («Finché guidavo piangevo di felicità»). «Guai definirlo odissea o calvario il mio», ha ribadito più volte Sambugaro, «sarebbe irrispettoso nei confronti delle persone che stanno peggio di me».

L’apice della positività lo raggiunge, però, con la strategia studiata per la maschera di fibra perfettamente aderente, calibrata al millimetro, da indossare a ogni seduta di radioterapia. Andrea se la fa modellare mentre sorride, per essere costretto a sorridere a ogni seduta.

«No Surrender è il mio motto, ripreso da una canzone di Bruce Springsteen che adoro», spiega agli amici in un altro whatsapp, raccontando di essere riuscito a comprare i biglietti del «Boss»per i concerti di Ferrara, Roma e Monza il primo giorno che sono stati messi in vendita. «E se non è stato un superamento di test cognitivo prenderli prima del sold out…», commenta soddisfatto, sicuramente con gli occhi che brillano per l’entusiasmo. Un entusiasmo contagioso, il suo, che rinasce ogni giorno, a ogni whatsapp, per sottolineare quanto la vita sia bella.

La mattina del secondo intervento scrive infatti agli amici: «Il tramonto, il risveglio, il fiume che scorre lento. In mezzo io. È la vita».

Fatica a parlare dopo le operazioni, ma le emozioni volano libere e traboccano nei whatsapp che invia, mandando
bollettini medici «faidame», come li chiama, descrivendo cosa gli succede attorno e
confidando i suoi pensieri più profondi. «A volte ho l’impressione che sia stato tutto un sogno», si lascia andare in un messaggio. Poi torna alla realtà e si dice pronto a combattere tutte le volte che sarà necessario: «Se poi “Benigno” dovesse tornare alla carica, beh, vorrà dire che cercherò le contromisure. Perché amo troppo la vita».

«Ti scrivo un whatsapp» sarà presentato giovedì 15 giugno alle 17.30 alla Società Letteraria di Verona, in piazzetta Scalette Rubiani 1.

Chiara Tajoli

Ti scrivo un Whatsapp
Scripta edizioni

Da Verona Fedele, 11 giugno 2023

ATTUALITÀ. Andrea e il “suo” Benigno: affrontare il male con ironia.
Diario in Whatsapp sul tumore di “un cuore affamato di vita”.
Da giornalista racconta un percorso che lo vede ancora in prima linea.

Articolo per la presentazione del libro
L’articolo uscito su Verona Fedele

Di poche parole, ma sempre connesso. Talvolta ti fissa: non è uno sguardo maniacale, sta vedendo un quadro dove noi vediamo un semplice frammento di vita quotidiana. Perché Andrea Sambugaro, per tutti “Sambu”, oltreché giornalista e storico redattore di Verona fedele prima, poi de L’Arena, oggi in pensione, è anche artista e pittore, amante del mare, dei colori, dei dettagli, e ora pure reduce e scrittore. Reduce da un viaggio ospedaliero imprevisto, che in parte continua. Scrittore di un veloce volumetto in cui racconta questa esperienza per tappe, anzi per messaggi Whatsapp. Quelli che ha inviato o ricevuto tra il 17 ottobre 2019, quando annuncia agli amici di avere un meningioma grosso come un mandarino ficcato in testa, e il 20 marzo 2023, giorno della prima seduta di Gamma Knife che precede di qualche settimana il pensionamento.
Ti scrivo un Whatsapp è il titolo del libro edito per Scripta edizioni, con prefazione di Enrico De Angelis, che sarà presentato il 15 giugno alle 17.15 alla Società Letteraria. Sambugaro, o come dicevan tutti “il Sambu”, sarà affiancato dai giornalisti Chiara Tajoli collega e amica, e Beppe Muraro. In copertina una bozza di un suo quadro che rimanda al mare il cui azzurro contrasta con il rosso di una sedia adagiata sulla sabbia.
Tutto inizia con una visita neurologica nell’ottobre 2019, perché da aprile il Sambu avverte qualcosa che non va. Non ha del tutto recuperato dei movimenti in seguito a una caduta che gli ha provocato la rottura di una gamba. Anzi, cade spesso, anche in moto. Ma il problema più fastidioso deriva dal programma di impaginazione dei testi del giornale, con le brevi e quei titoli piccoli, le lettere che si incrociano, la difficoltà di condensare in due righe il significato di un testo, cosa che gli viene come bere un bicchier d’acqua dopo decenni di esperienza.
«Hai mai fatto una visita neurologica?», gli chiede Sonia, la fisioterapista alla quale parla di questo. Ci mette un po’, ma poi il Sambu si sottopone alla visita, risonanza compresa. Qui comincia il racconto per Whatsapp con i quali affronta giorno dopo giorno, mese dopo mese, un climax ascendente di ostacoli davanti ai quali ci vuol poco a perdere la fiducia e a lasciarsi andare.
Il Sambu prosegue, invece, con tenacia, perché vuole tornare a vivere la bellezza della vita. Lo fa con l’affetto di una famiglia numerosa e unita, con forza d’animo, con il reparto di Neurochirurgia del Polo Confortini e il suo numero uno Giampietro Pinna (che diventa il suo più caro alleato), ma anche con un’attitudine speciale: è curioso e cronista, soprattutto ironico.
Il referto della risonanza è arabo per lui: “In regione fronto-paritale sinistra si apprezza…”, comincia. “Bene – scrive –: se si apprezza dev’essere una cosa positiva”. Ma non è così. Per chi quell’arabo lo sa leggere, le poche righe di referto bastano per fargli “perdere l’abbronzatura di un’estate”. In testa il Sambu ha un tumore molto grosso. “Molto apprezzabile davvero”, ironizza. È un meningioma. “Tranqui – racconta –, perché il meningioma è grosso sì, ma è benigno. Anzi, d’ora in poi lo chiamerò Benigno”. Inizia così il viaggio di Sambu e di Benigno sul quale scherza: “Lo porto alla Biennale di Venezia prima di separarci”, avvisa gli amici qualche giorno prima dell’operazione.
Non è finita qui. L’intervento va bene. Sambugaro affronta la riabilitazione lunga e ancor più difficile per chi nella testa ha tutto un lavorio di idee e spunti che gli suggerisce il mondo esterno da trasmettere su carta, su tela, nel lavoro o in pittura. Arriva il 2020, con la pandemia. Sambugaro è quasi al termine della convalescenza quando in casa si insinua il Covid. E come non bastasse, nell’infilarsi la tuta, il Sambu cade e si rompe un piede.
Sono giorni di mascherine, quarantene in tre in un appartamento di poche stanze, di soccorritori che arrivano con la tuta e il volto schermato, di viaggi in ambulanza. Poi il sole dell’estate. Il ritorno alla vita. Per poco: ecco una ricaduta tragica e dolorosa che anticipa il ritorno di Benigno.
Il Sambu spiazza tutti, medico compreso, e decide di rioperarsi. Il rischio è forte, ma il coraggio e l’attaccamento alla bellezza della vita, che apprezza in ogni cosa, lo sono di più. “L’ho fatto per me – dice –. Voglio tornare a nuotare al più presto, ad andare in bici, voglio vivere più a lungo e bene possibile. Sento di essere una persona che può ricevere tanto dagli altri, ma anche contraccambiare affetti”.
E così accade. Si ripete, si ritorna a vivere, si riprende l’entusiasmo per le luci dell’estate. Eppure lì, annidato nella sua testa, Benigno non si arrende. C’è ancora. Ci sarà sempre. È dura da accettare e l’operazione non si può più fare. È già andata bene due volte. Non si rischia più. Il Sambu ci accompagna con i suoi Whatsapp fino alla prima seduta di Gamma Knife, una radiochirurgia tecnologica che mira dritta su Benigno e compagni. La rifarà, tornerà.
Ma nel frattempo il Sambu e il suo “cuore affamato di vita” hanno molto da fare, da dipingere, da scrivere e da ascoltare. Iniziando dalla tripletta di Bruce Springsteen in Italia per la quale ha preso i biglietti con un anno in anticipo: “E se non è stato un superamento di test cognitivo il riuscire a prendere i biglietti prima del sold out…”.

Maria Vittoria Adami

«RIassunto» alla vita
Sambugaro in mostra a villa Leopardi

Da L’Arena, 24 maggio 2024

Esposizione. L’artista inaugura oggi l’allestimento che sarà visitabile fino al 28 giugno: 32 le opere esposte nei saloni.

L’obiettivo Il pittore: «L’esposizione condensa i mie vent’anni di attività artistica e il ritorno dopo ciò che mi è accaduto dal 2019 per la malattia»

L’articolo pubblicato su L’Arena il 24 maggio 2024 in occasione dell’inaugurazione della mostra “Riassunto"
L’articolo uscito su L'Arena

Ci sono i paesaggi che hanno contraddistinto fin dall’inizio la sua pittura e i soggetti legati alla danza e alla musica creati «freneticamente», soprattutto tra il 2014 e il 2015. Ma anche profondi abissi marini squarciati dalla luce, simbolo di speranza e di risalita alla vita, che da un paio d’anni imprime sulla tela come metafora di quanto affrontato a causa di una malattia, un meningioma benigno, raccontato senza filtri nel libro “Ti scrivo un WhatsApp” (Scripta Edizioni, 2023).

Si intitola “RIassunto” la nuova mostra del pittore veronese Andrea Sambugaro, giornalista e già caposervizio de “L’Arena”, che arriva nei saloni di villa Nichesola Leopardi, in via Roma 170 a Minerbe, grazie alla coppia di mecenati Elisabetta Leopardi e Diego Zamperlin: un’ambientazione prestigiosa e dotata di grandi spazi che ha permesso a Sambugaro di esporre anche le opere di maggiori dimensioni, finora mai viste dal pubblico.

L’allestimento sarà inaugurato dall’artista oggi alle 18. La presentazione spetterà alla giornalista de “L’Arena” Chiara Tajoli, mentre la vicepreside del liceo Cotta Chiara Quaglia accompagnerà il vernissage con letture. Gli interventi musicali saranno a cura del trombettista Piergiorgio Rossetti. La mostra, con cui il pittore veronese approda per la prima volta nella bassa, porta con sé un doppio significato, come sottolineato dal titolo. «Non solo condensa, “riassume” i vent’anni della mia attività artistica», spiega Sambugaro, socio accademico della Cignaroli, «ma fa anche riferimento al mio essere “ri-assunto” alla vita dopo tutto ciò che mi è accaduto dal 2019 a oggi per la malattia. Un percorso che si evidenzia nella produzione dedicata ai fondali marini e al mare, iniziata nel 2022 quando ho ripreso a dipingere dopo l’intervallo cui mi avevano costretto le cure più pesanti».

Attraverso un itinerario espositivo di 32 opere si potrà seguire l’artista nelle diverse fasi della sua evoluzione, a partire dai paesaggi, tema amato fin dagli esordi, proseguendo con i danzatori e i musicisti, realizzati nel periodo in cui è stato caposervizio agli Spettacoli. Di particolare interesse la produzione legata alla musica, che l’artista ha dipinto su tavola per rimandare al legno, elemento essenziale di tutti gli strumenti. Ma è con il susseguirsi dei blu degli abissi marini, profondi, ma visti con l’occhio di chi tende verso la luce della superficie, che Sambugaro raggiunge la maggiore intensità, portando l’osservatore a una sorta di viaggio interiore.
In esposizione anche due lavori recentissimi che uniscono fotografia e pittura. La mostra, che ha il patrocinio del Comune di Minerbe, dell’associazione TerraNostra e della Fidapa (distretto sud overst), sarà aperta a ingresso libero fino al 28 giugno, tutti i giorni, dalle 16 alle 19, previo appuntamento al 340.81.574.97.

Elisabetta Papa

Nel blu dipinto di blu Sambugaro espone «Oltre Mare»

Da L’Arena, 20 agosto 2024

La mostra. A «La Galleria» di Bosco Chiesanuova, da domani al 27 agosto, il pittore veronese presenta una trentina di opere. 

L’articolo uscito su L'Arena

Oltre il blu. Oltre le nuvole.Oltre, anche, l’abisso che si cela dentro di noi. S’intitola «Oltre Mare» la nuova mostra del pittore veronese Andrea Sambugaro, che è anche giornalista e scrittore, in programma a Bosco Chiesanuova da domani, mercoledì 21, fino a martedì 27 agosto.

L’esposizione si terrà a “La Galleria” in piazza della Chiesa, in centro, nello spazio artistico messo a disposizione dalla consigliera comunale Andreina Canteri che sempre qui, nei giorni scorsi, ha esposto i quadri della madre Odilla Zanella, nota pittrice della Lessinia morta alcuni anni fa.

Domani «Oltre Mare» apre nel pomeriggio e sarà visitabile dalle 16 alle 20. Poi, nei giorni seguenti, ecco gli orari di apertura: da giovedì a domenica 25 agosto dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 20; lunedì 26 e martedì 27 dalle 11 alle 12.30 e dalle 16 alle 20. L’ingresso è libero e sarà sempre possibile incontrare l’artista.

Sambugaro ha scelto per questa nuova mostra una trentina di quadri, alcuni anche di grandi dimensioni, che hanno come tema il mare e le sue profondità, i paesaggi marini in cui le distese d’acqua s’intrecciano con la vastità del cielo, i colori più amati e “frequentati” durante la lunga carriera artistica. «Il mare è per me sempre una grande fonte d’ispirazione», spiega Sambugaro. Proprio venerdì, tra l’altro, si aprirà a Bosco Chiesanuova una nuova edizione del Film Festival della Lessinia dedicato alla montagna e alle terre alte. Quasi una sorta di contrappeso all’universo acquatico, liquido e in continuo movimento di Sambugaro. Ma, assicura lui, si tratta di due mondi solo all’apparenza distanti: «Una volta c’era il mare, eccome se c’era, in Lessinia» racconta. «Il titolo «Oltre Mare» ha un duplice riferimento. Il più diretto, e scontato, è che l’oltremare è una delle tante tonalità di blu. Il secondo è il tentativo di non soffermarsi su ciò che appare alla vista, ma di andare oltre. Fino a immaginarsi e inventarsi paesaggi sempre diversi».

Una ventina di opere visibili a Bosco Chiesanuova sono assai recenti, dipinte tra giugno e luglio su carta, e pertanto sono alla loro prima “uscita pubblica”: vi domina anche la materia, dalle sabbie laviche ai granelli di minerali raccolti sulle spiagge. Per alcune Sambugaro ha preso spunto da sue fotografie, poi rielaborate su tela dando spazio alla fantasia. Molte altre si ispirano invece all’isola d’Elba, a cui il pittore è intimamente legato fin dalla giovinezza. Un “buen retiro”. Anzi, di più: un luogo dell’anima.

L’appuntamento a “La Galleria” in piazza della Chiesa a Bosco arriva dopo una fitta serie di mostre tenutesi tra il dicembre 2023 e quest’anno: «Profondità» a Bosco nelle medesima galleria in piazza, «BlocNote» e «SottoSopra» a Villafranca al Caffè Fantoni, «Riassunto» a Minerbe a Villa Nichesola Leopardi.

Nel 2024 Andrea Sambugaro, giornalista de L’Arena in pensione, ha pure inaugurato un sito web personale (www.andreasambugaro.it), in cui racconta se stesso, il suo percorso creativo e i suoi quadri. Un modo per farsi conoscere anche dai più giovani, e digitali, appassionati d’arte. In nome del mare, e del blu oltremare.

Camilla Mandinelli